gatekeeper è chi il gatekeeper fa

eccomi qui

oggi vi parlo di un articolo di enzo pennetta sui gatekeeper e le mie considerazioni

GATEKEEPER È CHI IL GATEKEEPER FA

il malcontento per come vanno le cose nel nostro paese suscita sempre più spesso questo concetto. solo che è sbagliato. semi cit.

mi sento particolarmente autorizzato a parlare di questo argomento perché senza usare direttamente il termine “gatekeeper” credo di essere stato uno dei primi ad affrontarlo dato che sul mio sito si trova un https://www.enzopennetta.it/2013/03/m5s-una-maschera-nuova-per-un-vecchio-progetto/ articolo risalente al marzo 2013 nel quale, riferendomi al fenomeno cinquestelle, scrivevo le seguenti parole:

se quindi il m5s è la rete, inteso come movimento nato su internet, esso è anche la rete verso cui sono stati spinti e intrappolati i voti di protesta, un modo per impiegarli nella realizzazione di un programma oligarchico. e adesso che i suoi rappresentanti siederanno in parlamento non dovremmo tardare a vederne l’attuazione.

se per “gatekeeper” si intende qualcuno che intercetta un voto di protesta al fine di sterilizzarlo, l’operazione m5s corrispondeva pienamente a queste caratteristiche ed era abbastanza evidente per chi avesse avuto un po’ di voglia di vederlo, curioso che molti che oggi sono allarmati per i “gatekeeper” all’epoca votassero proprio i 5S o stessero a pettinare le bambole.

come preannunciato nell’articolo sopra citato ci siamo trovati qualche anno dopo a vedere l’attuazione del “gatekeeping”, a frittata fatta oggi sono più o meno tutti d’accordo nel dire che è stato uno sbaglio puntare sul movimento. ma ecco che alla luce di quanto è successivamente emerso diventa importante capire cosa esattamente sia accaduto, l’errore nel quale incorrono gli “ha stato il gatekeeper” è quello di pensare che i parlamentari del movimento fossero tutti consapevoli di come sarebbe andata a finire, cosa che oltre a non essere verosimile sarebbe stata anche inutilmente complicata dal punto di vista organizzativo, per realizzare “la rete dove sono stati spinti e intrappolati i voti di protesta” non c’era affatto bisogno che i singoli appartenenti al m5s fossero in malafede, è bastato che gli ispiratori del movimento indicassero una nuova classe politica non professionale, reclutata tra digitatori del web o venditori di bibite allo stadio, purché “onesti”, il resto sarebbe venuto da sé.

per capirci, non è necessario mettere su un esercito di traditori per perdere volutamente una guerra, basta arruolare come ufficiali tutti fuorché dei militari di professione. generali e colonnelli nominati tra gli studenti fuori corso, nerd, sardine ante litteram, piccoli commercianti e impiegati, nonché molti avventori dei bar, serviranno meravigliosamente bene allo scopo, entreranno nel campo di battaglia convinti che sparando all’impazzata la vittoria sia a portata di mano.
ma… si troveranno di fronte cecchini e campi minati, manovre che non capiranno e difficoltà inattese che li rederanno pavidi e remissivi, accucciati in trincea preoccupati di salvare il fondo schiena fino al congedo, non fino alla fine della guerra, perché quella proseguirà dopo di loro e sarà stata compromessa da loro.

il vero “gatekeeping”, per usare questo termine, è consistito nel far credere che l’attività parlamentare e di governo fossero una cosa che si potesse affrontare senza una dovuta preparazione, l’antipolitica coltivata a partire da mani pulite, è stato il terreno fertile per questa idea e così una volta fatti entrare gli onesti ansiolitici nelle aule parlamentari si è aperta la pesca al tonno, i grillini non ci avevano detto che per poter aprire il parlamento come una scatoletta di tonno dovevano prima trasformarlo in una scatoletta di tonno.

questo è il “gatekeeping” modello tonnara , ma c’è un gatekeeping più sofisticato e anche questo inconsapevole come il primo.

torno a quanto già detto su questo sito mi rifaccio ad un https://www.enzopennetta.it/2012/09/il-caso-mattei-e-il-coraggio-di-tirare-le-somme/ articolo risalente al settembre 2012 in cui parlando del caso mattei conclusi con queste parole:

se qualcuno nel ’62 voleva che l’italia fosse un “gattino”, sembra proprio che a distanza di 50 anni non abbia cambiato idea.

cosa c’entra questo col discorso di cui sopra??
c’entra perché chi entra nel parlamento ignorando la complessa realtà di un paese sconfitto nella seconda guerra mondiale, sottomesso a interessi geopolitici spesso taciuti seppur evidenti a chi abbia un minimo di intelletto, ignorando che esistono lobby capaci di ogni pressione, che la stampa è dalla parte di chi il potere già lo detiene, ignorando l’azione politica della magistratura alla palamara, che non basta avere delle “belle idee” per poterle attuare, sarebbe destinato al fallimento.

entrare nelle aule parlamentari non da thunnus alalunga, significa sapere che così come c’è voluto molto tempo per creare certe situazioni ce ne vorrà un po’ anche per studiarle dall’interno e capire come intervenire, preparare il terreno per ottenere un successo e infine farlo. e’ un lavoro lungo ma a meno di non ipotizzare un’improbabile rivoluzione (ricordiamo che tutte le rivoluzioni storicamente riuscite sono state lautamente finanziate da qualcuno e obiettivamente questo non sembra essere all’orizzonte), questo lavoro lungo è l’unica strada che non finisca in un vicolo cieco o restando nella metafora, in una tonnara.

se si votasse adesso vorrei che fossero elette persone con questo approccio, chiedere risultati immediati sui grandi argomenti e in caso non si ottenessero chiedere di dimettersi o di mettersi nel gruppo misto, o cose del genere, è diametralmente opposto a questa visione. significa chiedere un suicidio politico e quindi l’eliminazione di un parlamentare che potrebbe invece fare molto di più nella sua azione all’interno di un partito che può influenzare e che può garantirgli il tempo necessario.

e siamo al secondo tipo di “gatekeeping”, dopo il modello tonnara c’è il modello “tonnarolo”, il tonnarolo in genere è uno che ha studiato la storia d’italia dalle magagne del risorgimento al caso moro, sa quali sono i meccanismi che agiscono sotterraneamente e che vanno dalla vicenda di enrico mattei alla p2, ma senza trarne molto insegnamento evidentemente, perché di fronte al perpetuarsi di dinamiche sofisticate quello che sa fare è lamentarsi che i pochi rappresentanti che portano avanti le istanze condivise non siano riusciti a prevalere in votazioni contro una maggioranza contraria, che non riescano a ridurre alla ragione i commissari della ue, che non scovino e sconfiggano tutto il “deep state”, che non abbiano ancora sconfitto lobby di ogni tipo e che non siano riusciti a disinnescare sottomissioni e vincoli esterni pluridecennali, con grande indignazione e nobiltà morale i tonnaroli li accusano di “tradimento” e all’urlo di “gatekeeper!” gli chiedono il “bel gesto” delle dimissioni o dell’uscita dal partito traditore per finire nel gruppo misto che essendo fondamentalmente ininfluente nonché l’anticamera dell’uscita dal Parlamento (in pratica anche’esso una piccola tonnara) è il miglior favore che si possa fare all’avversario.

questi sono i “tonnaroli”, questi i più pericolosi e veri “gatekeeper” che a ben vedere sono un grillismo di ritorno, sono l’antipolitica che chiede di ignorare cosa veramente sia la politica e non avendo imparato nulla dal passato propone ancora una volta di riempire il parlamento di ingenui che credono di poter vincere facilmente ma invece destinati ad un impietoso macello.

secondo un’altra definizione di “gatekeeper” costui sarebbe uno che con la sua presenza, che promette senza mantenere, terrebbe buono il dissenso e fungerebbe da ‘cane da guardia del potere’, è evidente che un simile ruolo per essere credibile necessiterebbe che tale gatekeeper fosse il riferimento di una parte rilevante dell’elettorato e che quest’ultimo fosse fesso al punto giusto da cascarci. una visione che ricorda supponenza progressista quando di fronte ai voti del centrodestra ripeteva “sono persone che non hanno capito niente o in malafede”. ritenere che le persone che danno credito ad altri non abbiano capito nulla o siano in malafede implica una bassa stima degli altri e peggio ancora, anche delle persone della propria parte alle quali ci si rivolge e a cui potenzialmente si chiederebbe il voto, in pratica è quell’atteggiamento di superiorità tanto criticato nei progressisti. ma recriminare sul fatto che per colpa dei “gatekeeper” le persone possano essere convinte dell’opinione opposta alla propria tradisce anche una bassa fiducia nelle proprie idee ritenute così poco convincenti. forse sarebbe più utile dimenticare le recriminati e partire dall’ipotesi che proposte alternative nessuno vieta di farne ma che andrebbero formulate e messe in campo prima di dare la colpa a chi impedisce di voltarle sottraendo voti.

se proprio si vuole usare questo termine, questi sono i “gatekeeper”, persone che nella loro visione semplicistica della realtà chiedono, in buona fede s’intende, che la visione grillina del parlamento scatola di tonno venga mantenuta e per il futuro che venga preparata la prossima tonnara.

la fonte = https://www.enzopennetta.it/2021/08/gatekeeper-e-chi-il-gatekeeper-fa/?doing_wp_cron=1629856220.0186491012573242187500

le mie considerazioni su gatekeeper è chi il gatekeeper fa:

1. il m5s sono sempre stati per l'oligarchia basti pensare che volevano il taglio dei parlamentari e il taglio dello stipendio facendo così un'oligarca andava da un parlamentare e gli diceva: sentimi un pò, io ti pago ma tu fammi fare ciò che voglio io; quindi sappiamo come finisce questa simpatica cosa: gli oligarchi faranno il loro interesse e i parlamentari se la piglieranno in saccoccia.
2. chi dice che è colpa della lega chissà che non votava il m5s o i partitini
3. il m5s erano per la maggior parte persone non adatte a fare i parlamentari
4. essendo in guerra il m5s invece di arruolare generali, arruola dilettanti allo sbaraglio
5. il m5s ci ha fatto credere che non ci volesse preparazione nell'attività parlamentare
6. ci sono persone che quando entrano nel parlamento ignorano la complessa realtà di un paese sconfitto dagli americani e dagli inglesi durante la seconda guerra mondiale che ci sono lobby di potere che influenzano gli stati che la stampa è dalla parte di chi detiene il potere che c'è un magistratura alla "palamara" che fa il bulletto del quartierino e le idee non bastano per poterle attuare
7. entrare nelle aule parlamentari senza sapere che certe situazioni sono li da decenni e che questa situazione bisogna studiarla dall'interno per capirla, per capire come intervenire, preparare il terreno per colpire e infine vincere
8. le rivoluzioni riuscite sono state finanziate da potentati finanziari
9. se si votasse tra un anno o due, vorrei che in parlamento ci fossero persone che abbiano l'approccio di studiare come funziona all'interno del deep state, perché l'approccio secondo cui se sui grandi argomenti non si fa qualcosa o bisogna andarsene dal partito in cui si milita o andare nel gruppo misto; queste situazioni sono controproducenti per la riuscita di quello che si vorrebbe fare che solo in un partito strutturato puoi fare
10. il tonnarolo è uno che ha studiato la storia ma non ha imparato da essa e che quindi crede che di fronte a problemi complessi si lamentano dei rappresentanti che portano avanti le loro istante e pretendono da loro che il deep state burocratico, editoriale, dei media, della scuola e dell'università vengano spazzati via in cinque secondi non capendo che questi poteri ci sono da decenni e che chiedere il gesto eclatante o di dimettersi dai partiti in cui militano e fare un favore all'avversario che non vede l'ora che tu cada, tu lo freghi sapendo come funziona un certo tipo di dinamiche e studiandole così da sapere come attaccare, solo così si vince
11. i tonnaroli sono i grillini di ritorno
12. il gatekeeper e una persona che promette senza mantenere che serve per tenere buono il dissenso e fare il guardiano del potere così che i cittadini ingenui ne rimangano nuovamente fregati
13. il gatekeeper è uno supponente come quelli di sinistra che dice che nel centrodestra sono tutti scemi e mettendosi l'etichetta di "buoni"
14. i gatekeeper nella loro visione semplicistica del mondo reale chiedono che la visione culturale grillina del parlamento venga mantenuta, così che per il futuro ci sia la prossima tonnara

vi lascio alla lettura di ciò che ha detto enzo pennetta e le mie considerazioni, così che possiate farvi un'idea vostra

una sognatrice che non smette di combattere ♡

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