lezioni di storia

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oggi vi parlerò della storia di guerra e pace di lev tolstoj


https://it.m.wikipedia.org/wiki/Guerra_e_pace qui c'è la storia di guerra e pace


qui metto quattro pezzi di guerra e pace di lev tolstoj:


1. uno dei personaggi centrali di guerra e pace è senz'altro pierre bezuchov. ricevuta un'eredità inattesa, è improvvisamente oberato dalle responsabilità e dai conflitti propri di un nobile russo. il suo precedente comportamento spensierato svanisce, rimpiazzato da un dilemma tipico della poetica di tolstoj: come si dovrebbe vivere, in armonia con la morale, in un mondo imperfetto? Si sposa con héléne, la bella ed immorale figlia del principe kuragin, andando contro il suo stesso miglior giudizio. preso dalla gelosia affronta in un duello il suo presunto rivale e malgrado non abbia mai impugnato una pistola lo vince. si separa dalla moglie lasciandole metà del patrimonio quando in preda a riflessioni e sommerso da dubbi sulla vita incontra i massoni e ne diventa confratello. pieno di buone intenzioni tenta di liberare i suoi contadini o servi della gleba ma viene imbrogliato dai suoi amministratori e non ottiene niente per migliorare le loro condizioni di vita, tenta anche di migliorare i suoi fondi agrari, ma in definitiva non ottiene risultati.


2. il principe andrej, la cui moglie lise è nel frattempo morta di parto, rimane gravemente ferito durante la sua prima esperienza guerresca. decide, in seguito a profonde riflessioni, di dedicarsi all'amministrazione delle sue proprietà; è in questo periodo che inizia a frequentare la casa dei rostov e si innamora, ricambiato, della giovane nataša. amore osteggiato dal vecchio padre di lui, la cui ostilità fa decidere al principe andrej di separarsi per un anno da nataša, in attesa che il loro amore si consolidi.


3. pierre conosce finalmente l'amore e sposa nataša, mentre nikolaj sposa mar'ja bolkonskaja.


4. tolstoj spiega che ciò era inevitabile, perché quando una città costruita in buona parte in legno è lasciata in mano a stranieri, che naturalmente cuociono cibi, fumano pipe e tentano di scaldarsi, necessariamente si attizzano dei focolai. in assenza di un qualche servizio antincendio organizzato, questi roghi avrebbero arso buona parte della città. dopo gli incendi, l'esercito francese, prossimo allo sbando, tenterà di guadagnare la via di casa, subendo però la durezza dell'inverno russo e le imboscate dei partigiani locali.


https://dasandere.it/guerra-e-pace-quando-luomo-diventa-eterno-nel-tempo/#:~:text=Questa%20figura%20semplice%2C%20modesta%20e,suo%20particolare%20concetto%20della%20grandezza%E2%80%9D qui un'articolo da leggere tutto d'un fiato


qui cinque pezzi della profondità di guerra e pace di lev tolstoj:


1. “dio è quell’infinito tutto, di cui l’uomo diviene consapevole d’essere una parte finita. esiste veramente soltanto dio. l’uomo è una sua manifestazione nella materia, nel tempo e nello spazio. quanto più il manifestarsi di dio nell’uomo (la vita) si unisce alle manifestazioni (alle vite) di altri esseri, tanto più egli esiste. l’unione di questa sua vita con le vite di altri esseri si attua mediante l’amore. dio non è amore, ma quanto più grande è l’amore, tanto più l’uomo manifesta dio, e tanto più esiste veramente”.


2. “questo scopo della vita tanto cercato non esisteva più per lui, (…) e questa assenza di scopo gli dava quella piena, lieta coscienza di libertà che in quel momento formava la sua felicità. egli non poteva avere uno scopo perché ora aveva la fede, non la fede in certe regole, parole o pensieri, ma la fede in un dio vivo, di cui si ha la sensazione continua. prima egli lo cercava negli scopi che si proponeva. (…) in prigionia aveva appreso che dio era più grande, infinito e incomprensibile in karatàjev che nell’architetto dell’universo riconosciuto dai massoni. provava il sentimento dell’uomo che ha trovato sotto i piedi ciò che cercava, mentre aguzzava la vista per scoprirlo lontano da sé”.


3. questo, pierre lo avverte fin dal primo attimo e dunque è alla costante ricerca materiale di un elemento, invece, spirituale che si deve scoprire solo alla ricerca della chiarezza interiore e non della certezza esteriore.


4. “platòn karatájev rimase per sempre nell’animo di pierre come il ricordo più forte e più caro e come la personificazione di quanto c’è di russo, di buono e di rotondo. (…) platòn karatájev doveva avere oltre cinquant’anni, a giudicare dai suoi racconti delle campagne alle quali aveva partecipato da soldato, molto tempo prima. egli stesso non sapeva e nessuno avrebbe potuto precisare quanti anni avesse. (…) il suo viso, malgrado le piccole rughe rotonde, aveva un’espressione d’innocenza e di giovinezza; la voce era simpatica e melodiosa. ma la principale particolarità dei suoi discorsi erano la franchezza e la praticità. le sue forze fisiche e la sua prontezza erano tali che, nei primi tempi della sua prigionia, pareva che non capisse che cosa fosse stanchezza o malattia. (…) egli sapeva far tutto, non molto bene, ma neppure male. cucinava, faceva il pane, cuciva, faceva il falegname, faceva il calzolaio. era sempre occupato e solo di notte si permetteva di chiacchierare, cosa che gli piaceva molto, e di cantare. (…) fatto prigioniero ed essendogli cresciuta la barba, si vedeva che aveva rigettato a sé ogni elemento estraneo, soldatesco, acquisito, e involontariamente era tornato al suo antico carattere campagnuolo, popolare. (…) gli piaceva ascoltare le fiabe che un soldato raccontava la sera (sempre le stesse), ma più di tutto gli piaceva ascoltare racconti della vita vera. (…) karatájev non aveva nessun’ affezione, nessun’ amicizia, nessun amore, secondo il modo che aveva pierre d’intendere questi sentimenti; ma amava tutti e viveva in rapporti affettuosi con tutto ciò a cui la vita lo avvicinava, e specialmente con l’uomo: non con un dato uomo, ma con tutti gli uomini che erano davanti ai suoi occhi. amava il suo botolo, amava i compagni, amava i francesi, amava pierre che era suo vicino; ma pierre sentiva che karatájev malgrado tutta la sua affettuosa tenerezza per lui (con la quale involontariamente rendeva omaggio alla vita spirituale di pierre), non si sarebbe afflitto neppur un momento se avessero dovuto separarsi. e pierre cominciava a provare lo stesso sentimento per karatájev. (…) ma la sua vita, com’egli stesso la riguardava, non aveva senso in quanto vita isolata. aveva un senso soltanto come particella di un tutto, che egli sentiva di continuo. le sue parole e i suoi atti sgorgavano da lui con la stessa regolarità, necessitá e immediatezza con cui il profumo emana dal fiore. egli non poteva capire né il valore né il senso di un azione o di una parola prese isolatamente“.


5. nel finale l’autore (dopo la disfatta napoleonica) si prende la sua rivincita su tutto e tutti esplicitando la descrizione di kutuzov e smentendo la concezione di eroe europeo: “le sue azioni tutte, senza la minima eccezione sono dirette ad un medesimo triplice scopo: 

 1) tendere tutte le forza per combattere i francesi;

2) vincerli;

3) scacciarli dalla Russia, alleviando, per quanto era possibile, le sofferenze del popolo e dell’esercito.

lui, quel lento kutúzov, il cui motto è “pazienza e tempo”, il nemico delle azioni decisive, (…) solo, durante tutto il tempo della ritirata si ostina a non dar battaglie ormai inutili, a non cominciare una nuova guerra, a non varcare le frontiere della Russia. (…) la fonte di questa straordinaria capacità di penetrare il significato degli avvenimenti consisteva in quello spirito nazionale che egli portava in sé in tutta la sua purezza e la sua forza. soltanto perchè aveva riconosciuto in lui questo spirito, il popolo fu costretto, per vie cosí strane, contro la volontà dello zar, a scegliere questo vecchio in disgrazia come rappresentante della guerra nazionale. e soltanto questo spirito lo pose a quella superiore altezza umana dalla quale egli, essendo comandante in capo, diresse tutta la sua forza non a uccidere e annientare degli uomini, ma a salvarli e a risparmiarli.


questa frase credo con umiltà rispecchi molte se non tutte le persone semplici quelle che vivono nei paesini:


”non può esistere grand’uomo per il suo cameriere, perché il cameriere ha un suo particolare concetto della grandezza”. 


https://www.quotez.net/italian/lev_nikolaevic_tolstoj.htm qui ci sono le citazioni di lev tolstoj qui vi metto nove citazioni di lev tolstoj:


1. tutto, ogni cosa che comprendo, la comprendo soltanto perché amo.


2. Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiar se stesso.


3. tutte le idee che hanno enormi conseguenze sono sempre idee semplici.


4. il segreto della felicità non è di far sempre ciò che si vuole, ma di voler sempre ciò che si fa.


5. In una battaglia vince colui che ha fermamente deciso di vincere. non è importante il posto che occupiamo, ma la direzione in cui stiamo andando.


6. l'uomo ha ricevuto direttamente da dio l'unico strumento per conoscere se stesso e la propria relazione con l'universo: questo strumento è la ragione, e nient'altro.


7. Un sacrificio compiuto per esigenza di onestà è la più alta gioia dello spirito.


8. credendo a se stesso, l'uomo si espone sempre al giudizio della gente, credendo agli altri ha sempre l'approvazione di chi lo circonda.


9. sono due anni che non riprendo in mano il diario, e pensavo che non avrei più ripreso questa abitudine infantile. ma non è una ragazzata, è dialogare con se stessi, con la parte vera, divina, che vive in ogni uomo.


https://youtu.be/R47lI465mZY qui c'è la lezione di storia di alberto bagnai su guerra e pace di lev tolstoj


in alberto bagnai rivedo questa frase:


"ma la sorte di quei uomini rari sempre solitari che intendendo la volontà della provvidenza vi sottomettono alla loro propria volontà"


https://www.lalettricecontrocorrente.it/recensioni/dieci-motivi-per-leggere-guerra-e-pace-lev-tolstoj/ qui dieci motivi per leggere guerra e pace di lev tolstoj


spero che dopo aver letto queste righe piene di profondità, vi venga voglia di leggere questo libro... per guardarvi dentro è così scoprire voi stessi... solo così si è felici...


una sognatrice che non smette di combattere ♡

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